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Due curiosità da scoprire girando per Firenze

Firenze è davvero un piccolo grande gioiello a cielo aperto. Ci sono immagini di Firenze che ognuno ha negli occhi e nel cuore. Riconosciamo il nostro panorama ovunque perché giustamente celebrato in mille modi diversi. Ma ci sono luoghi della nostra città che non sono immediatamente conosciuti e che raccontano qualcosa di come siamo noi fiorentini. Oggi ne parliamo insieme. 

La Berta

Lungo la via de’ Cerretani si trova la torre campanaria della chiesa di Santa Maria Maggiore. Se alziamo gli occhi dal muro sbuca un volto in pietra di una donna. Lei è “la Berta”. Come sempre, la tradizione non è così univoca e ci riporta varie versioni su chi fosse questa donna. 

La prima la ricorda come una benefattrice che pagò con tutti i suoi soldi la campana della chiesa; la seconda, invece,  ben più antica, risale al 1327 anno in cui l’alchimista Cecco d’Ascoli fu condannato a morte per stregoneria. Mentre lo portavano in piazza Santa Croce dove sarebbe stato bruciato, la donna, affacciata al campanile, gridava contro il condannato che chiedeva acqua. Lei sosteneva che, essendo uno stregone, se avesse bevuto, si sarebbe salvato utilizzando il suo potere e riuscendo a non bruciare. Reso furioso dalla cattiveria della donna il condannato la maledisse trasformandola in pietra nello stesso luogo da cui ancora oggi ci guarda.

Il ritratto nascosto

Piazza della Signoria e il suo palazzo Vecchio è uno dei luoghi di Firenze più frequentati da fiorentini e turisti. Allora vale la pena guardare bene il muro del Palazzo a destra del David, dal lato che va verso la Galleria degli Uffizi. Vedremo un volto scolpito nella pietra, appena accennato. L’autore di questo singolare ritratto è Michelangelo. Il celebre artista era in quell’angolo fermato costantemente da un creditore che gli chiedeva conto di un debito e lo affliggeva coi suoi problemi. Si narra che Michelangelo, fingendo di ascoltarlo e di parlare con lui, con le mani dietro la schiena, lo ritrasse consegnandolo così alla storia.

Dal 1871

La storia di Biscioni Gioielli è una storia in cui dal 1871 tradizione e artigianato si legano a doppio filo, si intrecciano insieme fino a comporre un disegno che ha i contorni della città di Firenze.

Laboratorio

In un mercato totalmente orientato sulla produzione estera Biscioni Gioielli con il suo laboratorio artigianale ancora oggi su Ponte Vecchio costituisce un’eccellenza italiana.

Atelier

Per questo amiamo così tanto i gioielli che sono la possibilità di stringere un sogno tra le mani, di indossarlo, di riconoscerlo nello sguardo ammirato di chi li scorge discreti e insieme carichi di significati.